domenica 20 gennaio 2013

Berlusconi, Previti, Mangano e la villa di Arcore, la contessa racconta: “Così il premier ha raggirato mia cognata”

Pubblicato il 16 agosto 2010 14:01 in facebook, Politica Italia - Aggiornato il 16 agosto 2010 14:01
Villa di Berlusconi ad Arcore

Si chiama Beatrice Rangoni Machiavelli e racconta all’Unità la sua versione della storia del passaggio della villa di Arcore e dei terreni su cui è stata costruita Milano 2. Un racconto, secondo lei,  fatto di truffe, doppi giochi e minacce in cui, alla fine, la villa e i terreni della famiglia Casati Stampa di Soncino finiscono al giovane e rampante imprenditore milanese Silvio Berlusconi. La Rangoni Machiavelli è la cognata di Annamaria Casati Stampa, la giovane che eredita il patrimonio dopo la tragica morte di suo padre e che, ancora minorenne, perde la villa di Arcore per 500 milioni di lire. Ma a far gridare alla truffa la donna non è tanto il prezzo quanto il modo in cui è avvenuta la transazione.
Un racconto, quello della donna, in cui non mancano le accuse: la più diretta è quella al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accusato di essere autore di “un doppio raggiro”. Poi c’è l’avvocato Cesare Previti che, divenuto curatore degli interessi della giovane, secondo la Mangoni Machiavelli ha finito per fare solo quelli di Berlusconi. Nell’intervista compare anche Vittorio Mangano lo stalliere condannato per mafia definito “eroe” da Marcello Dell’Utri. Mangano  si sarebbe presentato con il fucile spianato al fratello delle Rangoni Machiavelli andato ad Arcore per sistemare una questione relativa alla proprietà di alcuni quadri.
La storia inizia nel 1970, con un tragico omicidio suicidio. Ricorda la Rangoni Machiavelli: “Annamaria arriva a Fiumicino da un viaggio con alcuni amici. Chiama il padre, il marchese Camillo che dopo la morte della mamma di Annamaria si era sposato con Anna Fallarino, per farsi venire a prendere. Camillo la rassicura ma le dice restare ancora qualche giorno con gli amici. Il marchese in realtà, depresso e in pessimi rapporti con la signora Fallarino, aveva già pianificato di suicidarsi. Solo che nelle stesse ore in quella casa arrivano la moglie e il suo amante Massimo Minorenti, lo ricattano, gli chiedono un miliardo di lire per ritirare alcune foto compromettenti già consegnate ai giornali. Lui perde la testa, ammazza e si ammazza. Fu Annamaria a dover riconoscere i corpi sfigurati del padre e della matrigna. Del caso parlò tutta Italia, per mesi. Potete immaginare lo choc di quella ragazza”.
Resta il fatto che la giovane rimane orfana e titolare di un patrimonio enorme  e, come accade in questi casi, immediatamente conteso. In ballo, scrive l’autrice dell’intervista, Claudia Fusani, entra subito l’avvocato Cesare Previti, che, spiega la Rangoni Machiavelli “ha una relazione con la sorella di Anna Fallarino. La prima cosa che fa è cercare di dimostrare che la famiglia Fallarino è l’unica erede del patrimonio Casati Stampa perchè la donna è morta dopo il marito. L’autopsia gli dà torto: la giovane e minorenne Annamaria è l’unica erede. Il padre, Camillo, è morto due minuti e trenta secondi dopo”.
Previti, però, prosegue la nobile, diventa comunque il curatore dei beni di Annamaria insieme ad un altro avvocato, Giorgio Bergamasco. “Qui – denuncia la Rangoni Machiavelli – comincia il raggiro. La ragazza non ha soldi, non ha potere di firma e ogni decisione è delegata a Bergamasco-Previti. Fatto sta che un giorno, siamo nel 1973, Previti dice ad Annamaria: “Ma come sei fortunata, c’è un certo Berlusconi che vuole comprare, 500 milioni…”. Annamaria replica che è un po’ poco, e Previti la rassicura: “Mavalà, in fondo gli diamo solo la villa nuda, la cappella e un po’ di giardino intorno…”. Previti lascia intendere che arredi, pinacoteche, biblioteche, il parco, tutto sarebbe rimasto a lei mentre invece stava vendendo tutto”.
Poco dopo la ragazza, appena maggiorenne se ne va in Brasile e si sposa, con l’intenzione di iniziare una vita nuova. La cognata, però, non molla ed è decisa a tutto per avere la revoca dell’incarico di curatore dei beni a Previti. Dopo la partenza di Annamaria, racconta, “il curatore ha campo libero. Io me ne accorgo solo nel 1980, dopo che è stata completata la vendita di villa San Martino. Avverto Previti che avrei raccontato tutto a Anna Maria. Lui mi risponde, ancora lo ricordo, che mai sarei riuscita a portare un pezzo di carta ad Annamaria in Brasile con delle prove. Invece ce l’ ho fatta: avevo nascosto il dossier con la documentazione in un biliardino. Ricordo anche che a Fiumicino ci perquisirono con molta accuratezza. Per andare in Brasile, strano no…”.
Alla fine la Rangoni Machiavelli ottiene le procure ma la sua battaglia è tutt’altro che finita. Ed entra in scena anche lo stalliere ‘eroe’ Mangano: “Abbiamo provato negli anni a riprendere almeno qualche quadro, un Annigoni, ad esempio. Mio fratello andò di persona ad Arcore, fu la volta che si trovò davanti Mangano con tanto di fucile. Berlusconi ci chiese quanto volevamo per venderlo a lui. Ma noi non volevamo venderlo. Non ce l’ha mai reso. Così come le 14 stazioni della via Crucis di Bernardino Luini, nella cappella di famiglia”.
Alla fine la donna sbotta racconta di Annamaria, disinteressata alla storia del patrimonio di famiglia e sbotta:  ”Non ne vuole sapere più nulla e nesuno ha mai pensato che potesse essere risarcita. Io però continuo da allora la mia battaglia a tutti i livelli perchè credo sia giusto che si conosca la qualità delle persone che ci governano. Sotto il profilo penale, purtroppo, non è mai stato possibile fare nulla”.

venerdì 18 gennaio 2013

Diritti tv, 'no' dei giudici a Berlusconi "Nessun rinvio a causa delle elezioni"

Gli avvocati dell'ex premier avevano chiesto di sospendere le udienze fino a dopo le elezioni. L'Agenzia
delle entrate chiede di pagare i 10 milioni della provvisionale. Ghedini: "A Milano situazione insostenibile"

I giudici della seconda Corte d'appello di Milano hanno detto no all'istanza di legittimo impedimento avanzata dalla difesa di Silvio Berlusconi, uno degli imputati per il caso Mediaset, e in generale sulla richiesta di sospensione del processo fino a dopo le elezioni. L'avvocato Piero Longo nel proporre l'istanza aveva spiegato che "è un fatto notorio che l'ex premier sia un politico, presidente di partito" e che pertanto in questo periodo è "impegnato nella campagna elettorale". L'istanza di sospensione avanzata riguardava anche i termini di prescrizione.

Secondo i giudici, milanesi, le ragioni addotte dai legali di Berlusconi "appaiono generiche" e, quindi, non consentono di capire come la continuazione del processo possa influire sulla campagna elettorale. Il tribunale ha poi rilevato che il processo d'appello in cui Berlusconi è imputato per frode fiscale arriverà a sentenza dopo le elezioni e, dunque, viene meno la preoccupazione della difesa sull'eco mediatica che potrebbe avere il verdetto.

"La situazione a Milano nei processi al presidente Berlusconi è ormai insostenibile e fuori da ogni logica", commenta Niccolò Ghedini, legale del premier e deputato del Pdl. "Al di là della storica prevenzione nei suoi confronti di parte della magistratura e della continua e reiterata compressione della possibilità di difendersi - aggiunge - al di là di sentenze palesemente ingiuste, fra l'altro sempre riformate in Cassazione, al di là di provvedimenti
che hanno determinato gravi crisi politiche, quali la nota informazione di garanzia del 1994 che causò la caduta del governo, risoltasi anch'essa in una assoluzione in Cassazione solo dopo molti anni, quanto meno si era sempre consentito di svolgere serenamente la campagna elettorale".

Alla richiesta si era opposta l'avvocato generale Laura Bertolè Viale, che rappresenta la pubblica accusa, la quale ha osservato che Berlusconi "è capo di una lista ma, non è ancora candidato": la sua requisitoria è prevista per venerdì 25 gennaio. Sulla stessa linea l'avvocato dello Stato, Gabriella Vanadia, che rappresenta l'Agenzia delle entrate. E proprio l'Agenzia delle entrate, come ha fatto sapere l'avvocato Niccolò Ghedini, l'altro difensore del leader del Pdl, il 4 gennaio scorso ha inviato al suo assistito la richiesta di pagamento di 10 milioni (più gli interessi) entro 30 giorni.

Si tratta della provvisionale da versare in solido con altri due imputati stabilita mesi fa dal tribunale quando venne emessa la sentenza di condanna a quattro anni di reclusione per Berlusconi, accusato, con altre persone, di frode fiscale per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv Mediaset, vicenda per cui è iniziato il processo di secondo grado. Processo di cui ora si chiede lo stop, come accaduto, senza alcun risultato, per il dibattimento sul caso Ruby. Ieri invece i giudici della quarta sezione penale del tribunale avevano accolto la richiesta di rinviare la sentenza per la vicenda Unipol a dopo le elezioni, avanzata sempre dai due legali dell'ex premier.
(18 gennaio 2013)

Corona, definitiva la condanna a 5 anni: "Estorsione aggravata contro Trezeguet"

La Cassazione conferma le sentenze di primo e secondo grado contro il fotografo dei vip. Aveva chiesto 25mila euro a Trezueguet per non pubblicare foto che lo ritraevano. Ordine di arresto della procura di Torino

ROMA - La Cassazione ha appena confermato la condanna a cinque anni di reclusione, per estorsione aggravata e trattamento illecito di dati personali, nei confronti del fotografo Fabrizio Corona per aver preteso dal calciatore David Trezeguet 25 mila euro per non pubblicare delle foto che lo ritraevano.

I giudici della Suprema Corte hanno deciso di rigettare, dopo una breve udienza in camera di consiglio, il ricorso presentato dalla difesa del 'fotografo dei vip' contro la sentenza con cui la Corte d'Appello di Torino, nel gennaio 2012, aveva inasprito la pena per Corona, portandola a cinque anni di reclusione (in primo grado la condanna era stata di tre anni e quattro mesi) più mille euro di multa e l'interdizione dai pubblici uffici. I giudici di secondo grado avevano infatti ritenuto prevalenti le aggravanti sulle attenuanti generiche.

Corona è stato dunque ritenuto responsabile di estorsione aggravata e trattamento illecito dei dati personali per aver chiesto, nel maggio 2006, a Trezeguet 25mila euro per non pubblicare delle fotografie che lo ritraevano in compagnia di una donna.

Questa mattina anche il procuratore generale Sante Spinaci aveva chiesto la conferma della condanna dell'imputato. La procura generale di Torino ha disposto, in serata l'ordine di arresto per il fotografo. Il provvedimento è stato firmato dal pg Vittorio Corsi.
(18 gennaio 2013)

Chiesti sette anni per Dell'Utri il Pg: "Provati rapporti con Cosa Nostra"

Il procuratore generale Luigi Patronaggio ha aperto l'ultima udienza dedicata alla requisitoria nel processo per mafia a carico di Marcello Dell'Utri. A Berlusconi dai boss una cassata da undici chili

di ALESSANDRA ZINITI Sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Il procuratore generale Luigi Patronaggio ha chiesto la conferma della condanna già comminata due anni fa dalla Corte d’appello di Palermo a Marcello Dell’Utri e poi annullata dalla Cassazione per un difetto di motivazione in un arco temporale di otto anni nelle condotte contestate a Dell’Utri. "Caduto Craxi, Cosa nostra pose le sue attenzioni su Forza Italia. Non fu la mafia a fare vincere le elezioni a Forza Italia, ma votò quel partito", ha detto il pg Luigi Patronaggio insistendo nel ruolo di mediatore che dell’ Utri avrebbe avuto tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi a partire dal 1994".

Dell’Utri, che negli ultimi dieci anni ha sempre seguito tutti i processi che lo hanno visto imputato a Palermo, non era in aula. Non è mai stato presente in aula per questo processo, il quarto per concorso esterno in associazione mafiosa, iniziato un anno fa e la cui sentenza è attesa per marzo.

La scontata riproposizione della richiesta di condanna per Dell’Utri potrebbe condizionare la scelta dello schieramento, dal Pdl a Grande sud, che potrebbe ricandidarlo al Parlamento. "Certo che mi candido. Finché sono vivo continuerò a candidarmi. Non lo farò più solo da morto. Ma fino a quando non sarò morto...", ha dichiarato il senatore in una intervista al Corriere della Sera, chiarendo che per ora "nessuno mi ha candidato, non ho ricevuto proposte" e che l'ipotesi di candidatura
con Grande sud è "una grande minchiata".

Secondo il pg di Palermo Luigi Patronaggio, "sono provate le condotte di dell’ Utri dal '74 al '78 che ha avuto rapporti continuativi con Cosa nostra, agevolando anche il patto di protezione nei confronti di Silvio Berlusconi". E proprio a Berlusconi, da Palermo, il boss di Cosa nostra Gaetano Cinà avrebbe mandato una cassata di oltre undici chili, da guinness dei primati, nel Natale del 1986 con la scritta "Canale 5". Secondo l’accusa anche questa cassata proverebbe i rapporti tra Cosa nostra e Marcello dell'Utri, che avrebbe fatto da mediatore.
(18 gennaio 2013)

giovedì 10 gennaio 2013

La resa dei conti. Berlusconi da Santoro a Servizio Pubblico su La7

Questa sera l'Arcangelo San Michele schiaccerà il diavolo sulla 7 in diretta,                                                                            con lo stesso mezzo, che lo stesso diavolo ha utilizzato per plagiare l'intero paese Italia.con il mezzo che il diavolo stesso ha manipolato è strumentalizzato per i suoi perversi Fini

ROMA / E dopo la serata di ieri passata come ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, Silvio Berlusconi sarà questa sera ospite di Michele Santoro a Servizio pubblico. Berlusconi ha deciso di occupare ogni spazio televisivo possibile per dare man forte alla risalita dei sondaggi per il Popolo della libertà. Secondo Berlusconi, la colpa dello sprofondamento del Pdl nei sondaggi è proprio della poca visibilità data al partito nell’ultimo anno. Per rimediare, l’ex Premier è disposto a tutto, anche ad andare in prima serata a “casa del nemico”.
La7 ha annunciato che il presidente del Popolo della libertà sarà ospite unico. E nel corso di serata, ci sarà l’atteso incontro con Marco Travaglio, che del canto suo, alla domanda: “stringerà la mano a Berlusconi?” risponde: “Ma certo, cosa credete? Sarà una puntata normale, mica una “Sfida all’O.K. Corral”.

L'apocalisse, ovvero la rivelazione che ne segue.Uomo:"Svegliati e apri gli occhi; la verità rivelata è davanti ai tuoi occhi ma ancora non la vedi. Svegliati



 



Dio da all'Uomo gli strumenti perchè veda. Gli dà due occhi ma la sua cecità è innata.

Pier Paolo Pasolini






Ah Pasolini, 
come ci manchi                             
Il problema è avere gli occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono. Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. Che non sono più curiosi. Che non si aspettano che accada più niente. Forse perché non credono che la bellezza esista. Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio.
- Pier Paolo Pasolini -








Ma Egli gli mette di fronte e costantemente la verità che l'uomo stesso non vuole vedere perchè accecato,  addormentato e/o plagiato.

Il regno del diavolo

Dio farà si che l'uomo, nel 1899 fondi una squadra di calcio con il marchio del Diavolo,



perchè verrà il giorno in cui un uomo avido di potere, che nascerà nel giorno dell'Arcangelo San Michele, tradirà la sua squadra del cuore che è l'Internazionale a cui avrà rubato il marchio del serpente,
Il peccato originale
per scivolare tra gli uomini e nelle loro famiglie attraverso le sue televisioni; entrerà così nelle anime dei telespettatori e le plagerà. Le illuderà mostrando loro ogni forma di pornografia e di spazzatura e gli creerà un mondo effimero al fine di renderle autome, consumatrici dei suoi inganni.

Il biscione simbolo delle sue televisioni


Tradirà la sua squadra del cuore che non è in vendita e sarà costretto a comprarsi il marchio del diavolo di cui ne diventerà il presidente.
Il diavolo contro se stesso, il Derby

Mostrerà le sue corna al mondo intero in occasione del G8, ed entrerà nella scena internazionale.

Satana si annuncia al Mondo Intero ed è scandalo internazionale


Un giorno l'uomo lo ricoscerà e lo caccerà, ne è certo il Buon Dio.
 

La “Cacciata dal Paradiso terrestre” è un tema centrale nel dibattito filosofico del secondo rinascimento, poiché viene discussa l’origine della differenza tra azione morale e obbedienza alle leggi, tra la centralità dell’io consapevole del proprio corpo e le finalità sociali che impongono senso del dovere, responsabilità e obbedienza alle istituzioni.
Adamo ed Eva sono condannati da Dio a ripristinare l’equilibrio corporeo e sociale con il sudore della fronte e partorendo con dolore. Diventando autore della propria vita, risolvendo da solo i problemi della sopravvivenza e dell’adattamento all’ambiente, l’individuo esercita il libero arbitrio che lo “espelle” dal sistema morale di riferimento, ma lo rende arteficie di un potere personale che lo eleva a “legislatore” di se stesso (”la legge morale che è in me”, direbbe Kant).
 

La cacciata dal Paradiso terrestre
Mordendo la mela della conoscenza dei sentimenti corporei, la donna riconosce dentro in sé bisogni, desideri e sentimenti morali che contraddistinguono la vita dell’anima. Conseguentemente l’azione di Adamo, dipinto da Michelangelo nell’atto di afferrare una mela invisibile, si conforma al “campo spirituale” definito dalla sua anima (Eva), campo spirituale che si estende poi al campo estetico ed artistico, caratterizzato dalla manifestazioni di “bisogni” che, se soddisfatti, riportano l’organismo biopsicosomatico in equilibrio.

L’atto di aderire alle pulsioni psichiche e creative dell’anima è conforme alle “leggi di natura”, ma è sempre in contrasto con la Legge di Dio, con la legge dominante. Tuttavia la “cacciata dal Paradiso” dà origine all’autocoscienza (le quattro Virtù cardinali) che è il fondamento della consapevolezza di sé (Temperanza), del pensiero allocentrico (Prudenza), della percezione critica (Fortezza) e della volontà di evolvere (Giustizia) che caratterizza il “campo spirituale e artistico” della personalità creativa.

domenica 6 gennaio 2013

Art.1 della nuova Costituzione: l’Italia è una Repubblica fondata sul gioco d’azzardo

di Oliviero Beha
Un ultimo dato: i concessionari privati debbono allo Stato 98 miliardi di penali non pagate, per le slot in concessione. Una storia cominciata nel 2005/2006 e riguardante gli anni fino ad allora, una cifra enorme. Una volta e mezzo la Finanziaria di Monti, una cifra che fa impallidire le pur meritorie recenti sortite della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate contro i Grandi e Piccoli Evasori. Ancora non li pagano e c’è una battaglia presso la giustizia amministrativa per questi soldi. Potete immaginare quanto c’entri l’osmosi della politica e quindi del legislatore prima nell’affidamento di queste concessioni (cfr. governi di destra e di sinistra, per es. con il Bingo…), poi appunto nella mancata presa di posizione nei confronti di queste colossali penali. Dal governo Monti ci si aspetta decisione e chiarezza, giudiziaria e legislativa: altrimenti il Paese uscirà rovinato del tutto dal Casinò Italia che siamo diventati (ci hanno fatto, spinto o anche solo permesso di diventare).

L’hanno chiamata da sempre la tassa sulla povertà, quando non era addirittura, come in molti Paesi del Terzo e Quarto Mondo già negli anni ’60, la tassa sulla miseria. Adesso nella peggiore crisi dal secondo dopoguerra l’Italia si misura con la febbre del gioco, che sta diventando rapidamente un tumore sociale. Vi do qualche numero, preso per lo più dal recentissimo dossier redatto da Daniele Poto per "Libera", di Don Ciotti, dal significativo quanto ovvio titolo di "Azzardopoli".

A quanto ammonta la manovra "lacrime e sangue" del governo Monti per il 2012/2014? A 60 miliardi di euro. Bene. Nel 2011 il gioco d'azzardo ha avuto un giro d’affari di 76,1 miliardi, 15 miliardi in più che nel 2010 a testimoniare vistosamente un "trend" di crescita, anche in tempi di governo dei tecnici, cioè negli ultimi due mesi dell'anno. Siamo in crisi in quasi tutti i settori? Il gioco, che è la terza industria italiana dopo Eni e Fiat, oltre 120 mila addetti ai lavori e 5000 aziende collegate direttamente o per l’indotto, si è quintuplicato in 8 anni. Abbiamo serissimi problemi in fatto di scuola e sanità, due settori nei quali non si scherza per il futuro e per il presente del Paese? I 76,1 miliardi di cui sopra sono 8 volte di più di quanto si spende per l’istruzione e il doppio del denaro che le famiglie spendono per la salute.

La spesa mensile di oltre 800 mila italiani "gioco-dipendenti" è in media di almeno 600 euro, che ognuno può confrontare con gli stipendi, o le pensioni. I giocatori del Tricolore a rischio superano i 2 milioni. Questa meravigliosa industria ha un fatturato sedici volte superiore a quello della mitica Las Vegas.Questi sono i dati di grana grossa, che ci piazzano ai vertici mondiali della spesa pro capite in questo settore, con tutte le conseguenze economiche, sociali e di ordine pubblico che i numeri si portano dietro: è evidente il piccolo dettaglio di come gioco d’azzardo legale e illegale siano interrelati, e il confine tra i due impallidisca sempre di più.

E' un fatto, secondo il dossier di Don Ciotti e le testimonianze delle Procure, che le cosche ormai abitualmente riciclino denaro comprando biglietti vincenti delle lotterie e pagando ai legittimi vincitori qualcosa in più per ripulire il loro capitale. Ed è un fatto che per esempio la capitale delle sale scommesse, delle video lottery e insomma di tutto il giro d’azzardo dove è concentrato il 12% delle slot machines italiane, cioè Roma, sia anche al primo posto per omicidi: l’obiezione sul dato che è la metropoli italiana più popolosa batte contro l’osservazione che in passato tale correlazione non esisteva. Negli ultimi mesi il Questore di Roma, Francesco Tagliente, ha disposto ispezioni amministrative in 71 sale da gioco nella Provincia, il 74% delle quali non era in regola con le norme di legge. Per esempio ci sono quartieri della capitale (294 sale solo a Roma e 50 mila slot machines…), quelli della cosiddetta "Città storica", che in base al Piano Regolatore non potrebbero aprirne. Invece lo fanno, ci giocano minorenni incontrollati, cresce l’insicurezza e il "governo alternativo della territorio" da parte della criminalità. E ovviamente il mostro, che già si è affacciato nella nostra vita quotidiana e che dà spaventosi segnali di crescita, è il gioco on line. Questa è una sorta di terra di nessuno dove l’azzardo come malattia può fare silenziosamente sempre più vittime.

Se si pensa che per far passare una serie di giochi e di lotterie, come il notissimo e pubblicizzatissimo "10 e lotto estrazioni ogni 5 minuti dalle 5 del mattino alle 24", si è ricorsi al famigerato "decreto Abruzzo" del 2009  dopo il terremoto dell’Aquila per una ricostruzione ancora ignorata e usata ahimé come drammatico pretesto, il cui art.12 introduceva appunto una serie di nuovi giochi e lotterie, tra cui questa estrazione continua, si ha l’idea complessiva dello Stato Biscazziere. Che ha bisogno di denaro, certo, ma non mette in conto i tremendi costi sociali di questa esazione mascherata. Per esempio oggi i denari buttati in roulette e poker-cash virtuali sono pari a 6 miliardi e 167 milioni di euro, raccolti in 200 casinò on line. E come detto crescono vertiginosamente. Sapete (secondo "il SOLE 24 ore") quanti ne ha incassati il Ministero dell’Economia nel 2011? Soltanto 28 milioni e 170 mila euro. Il resto è guadagno per i privati e per le dieci concessionarie che ne hanno acquistato i diritti (l'undicesima, afferma "Libera", è naturalmente l’insieme delle mafie…).